Opposti pareri hanno dato gli storici francescani intorno al
luogo dove dimorò S. Francesco coi suoi compagni durante i
quindici giorni di permanenza a Orte al ritorno da Roma dopo
l'approvazione della Regola. Importanti argomenti però
sostengono l'opinione di quanti affermano che il sito dove il
Serafico Patriarca alloggiò, si deve identificare nella
chiesetta di S. Nicolao,
e ne danno, anzi, tali argomenti, certezza storica.
La chiesa di S. Nicolao ad Scopulos, dista alcune miglia dalla
città, ed è situata in luogo remoto a ridosso di una boscosa
collina. La sua ubicazione corrisponde perfettamente alla
descrizione che, del luogo, fece Tomaso da Celano.
Il P. Bonaventura Theuli di Velletri, dei minori conventuali
afferma in un suo antico libro,
(P. Theuli -
Apparato minoritico della provincia di Roma -opera stampata a
Velletri nel 1648) che S.
Francesco dimorò veramente in questa chiesa. Infatti, subito
dopo il ritorno del Poverello alla Porziuncola, nella chiesa di
S. Nicolao fu istituita una comunità francescana; ma sia per la
rigidezza del clima, sia per la lontananza dalla città per cui
non potevano subito sovvenire ai bisogni spirituali del popolo,
i frati lasciarono il conventino di S. Nicolao per prendere
dimora nella chiesa di S. Lorenzo al di là dal Tevere, molto
vicina al paese.
Partiti i frati, la piccola chiesa fu data ad alcuni eremiti
come si rileva da un Breve di Gregorio IX in data del 29 gennaio
1232 diretto ai <<Dilectis Filiis Priori et fratribus
heremitarum S. Nicolai de Scopulo Ortane Diocesis ....>> e dove
pure è detto che alcuni cittadini ortani nominati Carnbone,
Tebaldo, Albino ed Alto, donarono alla chiesa di S. Nicolao
alcune possessioni in contrada Caselli, nei pressi cioè della
chiesa medesima. Fu in seguito questa chiesa abitata da alcuni
fraticelli (Clareni) e finalmente tornò sotto la giurisdizione
dei minori del Convento di S. Francesco i quali fecero sempre
dimorare in quel devoto santuario due frati terziari e crediamo
fino al 1800 circa, quando cioè il Convento di San Francesco fu
soppresso.
A pochi passi dalla chiesa di S. Nicolao vi è un sasso molto
alto sulla sommità del quale dicesi andasse S. Francesco a
pregare e riposare, come pure in altra parte vi è una sorgente
di acqua perenne che si ritiene sia sgorgata per miracolo del
Poverello. Nei tempi passati, molti fedeli si recavano in
pellegrinaggio in questa chiesa e varie grazie ricevevano i
devoti. Nella chiesetta c'era una Croce di legno che il P.
Theuli opina appartenesse a S. Francesco e racconta anche che
uno del contado di Todi, visitando il 5 agosto 1629, la chiesa
di S. Nicolao si appropriò di quella Croce che trovò in terra.
Giunto a casa, cadde gravemente ammalato e abbandonato da tutti,
stava per esalare l'ultimo respiro quando gli apparve un
frate che gli disse :<< Levati su, prendi quellacroce e
riportala dove l'hai tolta>>. Guarito d'un tratto, il pover'
uomo si levò dal letto e riportò la Croce alla Chiesa di S.
Nicolao dove con grandissima umiltà raccontò ai frati
l'accaduto.
Nei pressi di S. Nicolao, in vocabolo Caselli, varie possessioni
avevano i frati del Convento di S. Francesco, e per tale ragione
il passaggio di barche ivi esistente sul Tevere per facilitare
le comunicazioni con l'Umbria, è chiamato anche oggi <<Barca o
Porto di S. Francesco>> ed i frati erano anche esenti dal
pagamento della tassa di passaggio con dette barche. In tale
località i francescani tenevano anche un Ospedale che nel 1297,
sotto il pontificato di Bonifacio VIII, fu unito con quello di
S. Croce nella città che però seguitarono a reggere i frati, per
molto tempo
(Leoncini -
Cronistoria ortana -Archivio Municipale).
Troviamo che circa l'anno 1300, la chiesa di S. Nicolao fu
annessa alla Mensa Vescovile dal vescovo Lorenzo, francescano.
Recentemente il compianto grand'uff. Giocondo Pasquinangeli,
profondo cultore delle storie ortane, volle lasciare per
testamento alcune sua possessioni di S. Nicolao alla Parrocchia
della Borgata Stazione, con l'obbligo di ravvivare nella storica
chiesetta il culto francescano secondo l'antica tradizione.
La sua volontà non è stata ancora eseguita, ma noi ci auguriamo
che entro l'anno francescano possa essere attuato tale voto, in
modo che tornino le turbe dei fedeli a peregrinare devote in
questo santuario tanto insigne nella storia dell'ordine
minoritico.